In questo periodo di Smart Working, impariamo dagli astronauti per allargare la nostra zona di comfort e ridurre lo stress.
Negli anni 80, Taibi Kahler, psicologo clinico americano, ha collaborato con la NASA americana per sviluppare il Process Communication Model, un modello performante per la gestione dello stress, in un contesto fuori della comfort zone e in qui ogni decisione richiede la chiarezza delle idee per non fare correre rischi a tutto l’equipaggio. Oggi, questo modello è diventato uno strumento usato per facilitare le interazioni efficaci, anche in momenti di alto livello di stress. E ‘molto diffuso con più di 1,3 milioni di persone formate nel mondo. Tante grandi aziende e PMI l’hanno già sperimentato con successo.
Come funziona?
Taibi Kahler ha stabilito che lo stress di un individuo è prevedibile, osservabile e riconoscibile. Le sue ricerche hanno stabilito che secondo il profilo di personalità ci sono determinati bisogni psicologici che, se non sono soddisfatti in maniera positiva, lo saranno probabilmente in maniera negativa. Il modello PCM permette di conoscere sé stesso e di conoscere la propria sequenza di stress. Ne deriva una capacità di cogliere i primi segnali e di interromperla con una strategia adeguata. Il PCM aiuta a sviluppare una agilità emotiva, comunicativa, relazionale e comportamentale.
Significa che l’impatto psicologico dello Smart Working è diverso per ognuno?
Esatto. Riguardo al lavoro da casa, Il PCM riconosce un primo fattore che ci interessa, chiamato contesto d’interazione preferito. C’è chi apprezza lavorare da solo, c’è chi invece si sente motivato dal gruppo e dalle interazioni più frequenti. Smart working non significa isolamento ma piuttosto cambio delle abitudini legate alle interazioni. Importante sapere gestire ciascun situazione in modo adeguato, anche grazie alla tecnologia odierna.
Un secondo fattore rilevante nel contesto del confinamento è legato ai bisogni psicologici, fonte odierna di motivazione personale. Cosa ti da energia? Sentirti preparato, organizzare la tua giornata, con attività e tempi ben stabiliti oppure, incontrare il tuo team in una video conferenza per scambiare, condividere obiettivi e cosi facendo iniziare bene la giornata? Oppure lavorare duro fino a pranzo e fare un gioco online con qualche amico simile a te prima di riprendere il lavoro alla scrivania?
E cosa cambia una volta identificati i miei bisogni psicologici?
Sei consapevole e diventi protagonista. Puoi costruire una strategia in grado di soddisfarli al massimo.
E come faccio a riconoscere i bisogni psicologici degli altri?
Usando il PCM, osservi come si comportano sotto stress e capirai cosa gli manca.
Come posso sapere qual è il mio contesto preferito, quali sono i miei bisogni, anche perché mi sembra di sentirne più di uno?
E ‘semplice. Basta rispondere ad un questionario on line ed il software intelligente della NASA stabilirà il tuo profilo personale. Inoltre con l’aiuto del tuo coach o trainer, il modello, anche se complesso, rimane semplice da interpretare ed è completo di strumenti facili da usare.
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